[riceviamo e pubblichiamo]
Siamo al redde rationem, e purtroppo, come c’era da aspettarsi, i riflessi si scaricheranno sugli incolpevoli: i cittadini e i lavoratori.
In queste ore il Sindaco, dopo aver cambiato l’assessore al bilancio, sta disperatamente cercando un dirigente cui affidare il ruolo di ragioniere capo e da trasformare in una vittima sacrificale per i Consigli di stasera e domani con il compito di mettere una firma su un riequilibrio approntato da Ravazzano e che (sembra, e non potrebbe essere altrimenti) che certifichi il mancato rispetto del Patto di stabilità.
Forse si può pensare possa essere il male minore, di fronte allo spettro del disavanzo, purtroppo non è così: tra le sanzioni che si applicano automaticamente ai Comuni che non rispettano il patto di stabilità, oltre ai limiti al divieto di ricorrere a mutui e prestiti per investimenti, alla riduzione delle spese correnti, c’è la mannaia del divieto di assunzioni che riguarda il personale con qualunque tipo di contratto: di ruolo, a tempo determinato, co.co.co., somministrato.
Almeno 40 persone rischiano la rescissione del contratto e nella maggior parte dei casi si tratta di educatrici di nidi e materne. Ciò significa che potrebbero esserci 40 licenziati in tronco, senza la possibilità di nessuna rivalsa e che da gennaio decine di famiglie potrebbero non avere più il servizio dei nidi.
A questo si aggiunge che la sentenza del TAR che ha riconosciuto illegittima per difetto di competenza la decisione della Giunta di affidare all’Aspal la gestione dello IAT e dei musei. Con una decisione presa in maniera analoga la Giunta aveva affidato alla stessa Aspal la gestione del servizio di mensa dei nidi, con una operazione che ha tutta la premessa per essere dichiarata elusiva del blocco delle assunzioni, e quindi anche questa soggetta alla sanzione e al possibile annullamento.
Dopo aver ridotto sul lastrico le casse del Comune, aver svenduto gli unici servizi che producevano liquidità , aver messo in ginocchio i servizi socio assistenziali non solo di Alessandria, ma di altri 21 comuni, questa Giunta ha la responsabilità di affossare i servizi alle famiglie, quei servizi per cui aveva aumentato in maniera insostenibile le tariffe.
Ci vorrebbe il senso del limite e l’umiltà di riconoscere di aver fallito, invece assistiamo alla commedia delle “diverse interpretazioni” evocate da Fabbio e alla farsa dell’”azione sovversiva di una magistratura sempre più di parte” del delirante Bocchio.
Ma qualche persona seria, con il senso delle istituzioni e del limite c’è in quella maggioranza?
Mauro Buzzi (ALESSANDRIA BENE COMUNE)
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