Una massima è una norma soggettiva e non un imperativo a cui tutti si devono attenere (Kant). “La giustizia è uguale per tutti”: sta scritto bello grosso. Diciamoci la verità, in mezzo alla gente non c’è molta fiducia in questa massima. Infatti quanti cittadini hanno rinunciato a presentarsi parti civili al processo, sfiduciati: non daranno mai torto ad un colosso come Solvay, dicono. Anche i centocinquanta ammalati e parenti dei defunti, che hanno dato fiducia alla Magistratura come parti lese, sono perplessi dopo tante udienze del processo. I tempi e i modi del procedimento penale sono difficili da comprendere per i non addetti ai lavori, e l’impressione diffusa è che lo stuolo di rinomati avvocati difensori abbiano buon gioco a rinviare rinviare fino a concludere tutto in una irridente bolla di sapone. L’ultima udienza in Corte di Assise ad Alessandria si è svolta il 19 dicembre. Molti dei cittadini in aula, sommersi dalle procedure processuali, non hanno neppure inteso cosa si discuterà il prossimo 27 febbraio.
In soccorso di Solvay si è intromesso il Ministero dell’Ambiente. A Solvay infatti la Corte aveva respinto il tentativo di costituirsi parte civile contro il proprio presidente: una manovra degli illustri legali per scaricare gli oneri penali e patrimoniali di Solvay su Ausimont (di cui Cogliati era stato pure presidente prima della vendita dello stabilimento di Spinetta Marengo). Ebbene, il Ministero dell’Ambiente, distinguendosi da tutte le altre parti civili (persone fisiche, enti locali, associazioni), sta tentando di costituirsi parte offesa anche contro Edison, cioè l’erede di Ausimont. Non c’è dubbio che il Tribunale respingerà questa assurdità giuridica, ma intanto si continua a perdere tempo, a rinviare rinviare.
Oltre alla tattica del rinvio, c’è quella della cortina di silenzio che Solvay vorrebbe avvolgere attorno al processo, mentre accarezza l’ardire di spostarlo a Milano. Le intercettazioni della Procura della Repubblica hanno messo in rilievo l’attività della multinazionale di “addolcimento” dei giornalisti, tant’è che il trisettimanale cittadino è stato costretto a sostituire il giornalista coinvolto. Però cancellare, far tacere Medicina Democratica resta l’imperativo di Solvay. Sarà una coincidenza che nella cronaca de Il Piccolo si evita che Medicina democratica sia addirittura nominata: è anonimamente definita “una associazione che assiste gli abitanti”. Il molto reverendo direttore dello stesso giornale non manca di telefonarci minacce, pardon, avvertimenti. “Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire” (Manzoni).
Medicina democratica-Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria
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