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MessaggioInviato: 23/07/2013, 22:07 
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Iscritto il: 17/02/2011, 13:43
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Località: Alessandria
I penalisti famosi della Solvay cercano disperatamente di imbambolare i giudici popolari con giochi di parole fra piano di bonifica e piano di emergenza.‏

Gli avvocati della difesa Solvay aggrediscono abitualmente i testimoni dell’accusa (quando non li hanno prima catechizzati). Ma appena compaiono dirigenti o funzionari di Comune, Provincia, Asl, Arpa: li azzannano. Vogliono dimostrare la complicità degli Enti pubblici nei loro crimini. Sarebbe come il delinquente volesse dimostrare che la colpa della rapina è del portinaio che dormiva o fingeva di dormire quando lui è entrato nel palazzo. Colpa allora della testimone Maria Antonietta Brezzi , direttrice del Servizio igiene e sanità pubblica dell’asl di Alessandria nell’interpretare i dati di potabilità delle acque inquinate. Solvay è forse meno colpevole perché gli Enti pubblici non le hanno impedito di inquinare e non l’hanno obbligata a bonificare? Vorrebbe uno sconto ai 15 anni di galera previsti? Le responsabilità penali dei corrotti le conosce solo Solvay. Mentre le responsabilità politiche degli amministratori e morali dei loro funzionari: le abbiamo denunciate per decenni e ancora continuano. Si fosse realizzato il vero Osservatorio ambientale della Fraschetta da noi proposto, con i suoi sistemi democratici di controllo, la cancrena del territorio sarebbe stata fermata decenni prima del 2008 e molti morti sarebbero stati risparmiati. Dunque le responsabilità penali, conosciute, sono tutte di Solvay e Ausimont che hanno inquinato, sotterrato le montagne di veleni (dei 21 Solvay cita solo il cromo!) e di prove: per fare utili, per evitare cioè gli enormi costi di bonifica dei veleni, ed è infatti Solvay ad essere imputata di avvelenamento doloso delle acque e di dolosa omissione di bonifica. I penalisti famosi della Solvay queste cose le sanno bene, ma cercano disperatamente di imbambolare i giudici popolari con giochi di parole fra piano di bonifica e piano di emergenza. Saremo anche giudici di provincia, ma fessi no. Bonifica è la soluzione finale di eliminazione totale dell’inquinamento. Emergenza e messa in sicurezza sono azioni urgenti e parziali per delimitare il danno immediato. Con 4 pozzi di emergenza Solvay pretendeva di aver fatto la bonifica. Facile la risposta del teste Pierfranco Robotti, responsabile del Settore Tutela ambientale del Comune di Alessandria: “I piani di emergenza non prevedono nessuna nostra approvazione preventiva, l’azienda deve farli e basta. Non possono essere spacciati per piani di bonifica, con la nostra approvazione. Nessuno vi ha mai impedito di fare 4 pozzi di contenimento, ridicoli definirli bonifica: non avevano nessuna efficacia.” In più, aggiungiamo noi, anche i 41 attuali sono ridicoli e ridicoli anche sarebbero 400. Sarebbe sempre come voler svuotare un lago col cucchiaino. Mentre tutti ormai sanno ciò che noi sostenevamo di fronte al truffaldino Piano di cosiddetta bonifica Solvay/Amag/Repetto/Fabbio, sanno che non è con i pozzi anti cromo che si fa una vera bonifica bensì togliendo dai terreni quelle migliaia di tonnellate di veleni (21 e non solo di cromo esavalente) che coleranno nelle falde in eterno. Quelle falde superficiali e profonde che Ausimont prima e Solvay poi sapevano benissimo che non erano né separate né impermeabili: studi dimostrati dei testi Mauro Molinari, Antonio Di Molfetta, testimoni pur aggrediti dai legali Solvay. Che non hanno saputo nulla obiettare a Giuseppe Dezani, il consulente che accompagnò i carabinieri del Noe a scoprire le manomissioni dei computer e dei server con i dati criminali nascosti e cancellati.


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