Se io fossi un giudice o un giurato mi sentirei preso per… ad ascoltare, per esempio, un teste che, dopo aver percorso avanti e indietro una fabbrica per 45 anni, mi vorrebbe far credere che ha dimenticato di aver notato discariche di rifiuti industriali, cioè, sì, forse le ricorda ma non ricorda che contenessero rifiuti tossici e cancerogeni, cioè, sì, senz’altro non poteva non saperlo perché era addirittura il capo laboratori analisi, cioè, sì, l’aveva anche dichiarato al PM nel verbale di interrogatorio che erano di cromo e solventi, però non ricorda se la firma sul verbale… è la sua o di un sosia. E quell’altro teste che si è aggrappato agli elettrocardiogrammi per farmi credere che non ricorda che si era dimesso da consulente perché i dirigenti Solvay pretendevano che ignorasse il contenuto dei veleni nelle discariche? Eppure, prima di deporre, i testimoni giurano solennemente di dire la verità tutta la verità nient’altro che la verità. Perché allora la Corte di Assise al processo Solvay non ne arresta alcuni in aula per falsa testimonianza e oltraggio alla Corte? Forse perché non li riconosce capaci di intendere e volere, bensì ammalati, colpiti da un virus, un ceppo dell’Alzheimer proveniente dal Belgio, i cui sintomi evidenti sono prepotenti amnesie? Quello che rischia il terzo infarto nell’inutile sforzo di ricordare. E quello, il caso clinico più eclatante, che è talmente colpito dal Virus Solvay che, tra impietose risa in aula, non riconosce neppure la propria firma sui verbali. La colpa di queste amnesie non è anche dei giornali? C’è chi, in poche righe, scrive “ennesima” fuga di gas alla Solvay (addirittura PFIB, tossico e cancerogeno) con lo stesso distacco di chi guarda il cielo e commenta “ennesima” giornata di pioggia. E’ l’assuefazione, malattia professionale dei giornalisti, che si congiunge con il fatalismo dei cittadini? Non tutti, ma troppi. Dunque anche le cose più enormi non fanno notizia? Che la Paglieri producesse borotalchi e profumi con l’acqua al cromo esavalente e altri 21 veleni tossici e cancerogeni. Che la Pederbona conferisse latte al cromo e altri 21 inquinanti alla Centrale del latte di Alessandria e Asti. Che entrambe le aziende non si siano costituite parti civili contro la multinazionale belga. Che venisse trasfuso a ignari pazienti il sangue dei donatori Solvay pieno di PFOA (tossico, cancerogeno, teratogeno). Che le autorità sanitarie abbiano ignorato il nostro allarme. Che vengano ancora oggi chiusi pozzi dell’acquedotto comunale perché l’inquinamento della falda non avrà mai fine senza la bonifica dei terreni in cui sono stati nascosti cromo e altri 21 veleni che percolano. Che i più famosi avvocati d’Italia siano impegnati con qualunque mezzo a difendere Solvay per tali fatti e altri, per “avvelenamento doloso delle acque e dolosa omessa bonifica”ecc. Che testimoni al processo mentano tranquillamente al cospetto degli ammalati… e dei morti. Che migliaia di podisti alla stracittadina non alzino barricate bensì sponsorizzino sulle magliette il logo dell’inquinatore. Che tali notizie, insomma, non scandalizzino gli animi e non animino grandi titoli sui giornali come dovrebbero: anche questa è notizia, ma non avrà rilievo.
Lino Balza
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