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MessaggioInviato: 06/03/2013, 23:21 
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NEWSLETTER REFERENDUM CACCIA N° 12 – 6/3/2013

La caccia come business
La "soluzione finale" per la fauna selvatica piemontese


La Giunta Cota, reduce dalla batosta elettorale di una settimana fa, scarica tutta la sua frustrazione sugli animali. Lunedì ha approvato un Disegno di Legge regionale intitolato in modo sibillino "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese"
[scarica pdf].

Promozione programmata del territorio rurale?!?
Ecco cosa prevede il Disegno di Legge: la caccia nei parchi naturali, anche in deroga alle specie protette, la caccia agli ungulati tutto l'anno, l'esclusione dagli enti gestori delle associazioni di protezione ambientale e, ovviamente, l'introduzione di limitazioni alla vigilanza venatoria volontaria. E viene mantenuta quella vera e propria barbarie della caccia con l'arco (forse per incentivare il turismo??).
Non sono più previsti i metodi ecologici per il controllo della fauna, ma solo gli abbattimenti.

L'assunto di base, semplicemente folle, è che la caccia possa rilanciare l'economia rurale attraverso la valorizzazione del patrimonio faunistico, da una parte riducendo i danni alle colture provocati dagli animali selvatici, dall'altra risarcendo i danni residui con le tasse versate dai cacciatori e, (visto che le tasse non bastano perché i cacciatori sono sempre meno) con gli introiti di attività commerciali legate alla caccia.
I danni alle colture ammontano a circa 2,2 milioni di euro l'anno, lo 0,07% del PIL dell'agricoltura piemontese, danni certamente da risarcire, ma che non sono certo l'ostacolo al rilancio dell'economia rurale.
Nella stessa relazione della legge, si prevede che i cacciatori passino dagli attuali 27.800 a 17.800 nel 2021. E prendere atto che la caccia è oramai un divertissement che coinvolge una piccolissima minoranza di persone oramai distante dalla sensibilità collettiva?

Una vera e propria legge ideologica
Ecco che fra gli obiettivi balza agli occhi, all'art.3, "la promozione di un moderno approccio alla caccia ovvero una maggiore consapevolezza fra i cittadini [...] del ruolo positivo svolto dall'esercizio venatorio". Siamo alla follia ideologica. Il Disegno di legge è talmente strutturato da sembrare la " SOLUZIONE FINALE" per la fauna selvatica in Piemonte.
Così riporta la relazione:"il d.d.l. prevede, infine, un nuovo settore economico legato alla commercializzazione della fauna selvatica legalmente prelevata. Occorre, in tale ottica, produrre, un vero e proprio mutamento culturale che riconduca la caccia dalla sua accezione "sportiva" o "ricreativa" ad un più concreto e condivisibile concetto economico che conviva con la corretta tutela e gestione delle risorse a cui si attinge".
Nell'ottica del business si spiegano quindi facilmente le fissazioni dell'assessore Sacchetto per dettagli come la caccia con l'arco e nelle Aree Protette, nel tentativo di renderla appetibile come attività turistica.

MA NON BASTA. ARRIVANO ANCHE LE MINACCE!!
Infine anche le minacce per chi non si adegua alla nuova filosofia dell'assessore alla caccia Sacchetto: "in caso di inerzia degli organismi di gestione [...] la provincia designa, anche a titolo oneroso, altri cacciatori anche non residenti [...]. La mancata o impropria attuazione delle azioni di controllo comportano la diretta responsabilità del soggetto gestore per i danni dalla stessa derivanti" (art.21 § 11), come a dire che gli enti gestori pagheranno di tasca propria i danni alle colture se non faranno gli abbattimenti.

La legge passa ora all'esame della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale e poi in aula per l'approvazione.

In entrambe le sedi troverà la nostra più ferma opposizione. Anzi il più radicale ostruzionismo!!

andreastara
Consigliere regionale
Pagina facebook referendum caccia piemonte
Sito referendum caccia piemonte
per info
www.andreastara.it
andrea@andreastara.it

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