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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Mobilità ciclistica ad Alessandria
MessaggioInviato: 16/09/2010, 8:23 
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Iscritto il: 06/10/2008, 16:08
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Buongiorno sig. Sindaco
faccio parte dell'Associazione Amici delle Bici che lei conosce benissimo, in particolar modo il suo presidente Claudio Pasero.
Il comune ha anche collaborato con la stessa associazione talvolta, ricordo ad esempio la passeggiata in bicicletta per vedere i punti critici delle piste ciclabili.
Qualcosa è stato fatto ma è veramente molto poco.
C'è bisogno di una svolta per far risalire Alessandria nella classifica delle città vivibili. E' veramente dura da sopportare che sia così in basso.
Io reputo questa amministrazione e soprattutto lei in prima persona troppo intelligente per credere alla favola che l'inquinamento sia prodotto principalmente dalla posizione della città nella pianura padana. L'inquinamento è dovuto alle auto, e ad una politica finora non rispettosa della mobilità alternativa se non con iniziative sporadiche e promozionali.
Io credo che lei sia stato mal consigliato nel riaprire ad esempio il centro alle auto, si sta ricredendo con l'istituzione della ztl a tempo ma sia più coraggioso: tolga il centro alle auto, restituisca la città ai cittadini, abbassi l'inquinamento e i costi sociali, si svincoli dalle politiche miopi di alcuni commercianti.
La settimana della bicicletta è vuota di significato se nelle altre 51 settimane si fa il contrario o nella migliore delle ipotesi si resta indifferenti.
Si fidi di più dell'Associazione Amici delle Bici, per lo meno li consulti maggiormente, magari potrà avere una visione diversa di come viviamo i problemi della mobilità alessandrina.
Le auguro un buon lavoro e un'illuminazione che la porterà ad essere il sindaco più famoso ed apprezzato d'Italia.
Io mi chiamo Luigi Di Carluccio.

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MessaggioInviato: 21/09/2010, 11:23 
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Iscritto il: 18/06/2010, 10:57
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aggiungendomi e sottoscrivendo il post di Luigi di Carluccio in tutto e per tutto, invio anche il testo interessante di un blogger alessandrino.
spero e rimango in attesa di una risposta dall'amministrazione.
saluti, Alessandro

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tratto dal sito web: http://www.lisondria.com/2010/09/alessa ... html#links
Alessandria è a misura di pedALe?
Alessandria ha varato la settimana della bicicletta. Il Sindaco Fabbio sui paginoni dei giornali parla di una città a misura di pedale e cita Maino, Girardengo, Peloso, Dottino e Meazzo. In città è stato restituito il concetto di bike sharing e i tabelloni luminosi posti negli ingressi della città invitano a utilizzare le due ruote senza motore. E poi ancora convegni, sfilate e iniziative sulla sicurezza. Ma di fronte a tutto ciò la domanda che emerge è la seguente: Alessandria, è davvero una città a misura di bicicletta? E se una città è a misura di bici è anche a misura d'uomo. Secondo noi la risposta è NO. Le sempre prudentissime pagine locali della Stampa la scorsa domenica hanno proposto un editoriale a firma del direttore Bottino, in cui (in pieno weekend politico istituzionale verso le iniziative sulla bici) si sottolinea come ad Alessandria il ciclista “si sente ben poco coccolato, più che altro sopportato”. E la persona sulle due ruote spesso viene vista come un “abusivo”.
Non bastano alcune interessanti iniziative per trasformare una città spesso “aggressiva” verso pedoni e ciclisti come Alessandria, in una città che agevola i percorsi sulle due ruote. Piste ciclabili ad Alessandria cene sono, alcune dalle dinamiche interessanti (come Corso IV Novembre) ma sono molti i percorsi che per i ciclisti rappresentano un pericolo costante. La riduzione all'osso della ZTL, l'inquinamento elevato dell'aria, le innumerevoli buche lungo le strade e una cultura che vede il traffico automobilistico come risorsa, rischiano di trasformare le iniziative di questi giorni sulla promozione dell'andare in bici, in sterili propagande. Una città a misura di bici e a misura d'uomo deve saper prevedere progetti che affrontino la vivibilità di un territorio attraverso più interventi: di vivibilità delle strade, di drastica riduzione delle auto nelle vie del centro, di tutela dell'ambiente, di disincentivo all'utilizzo dell'automobile.
Corso Acqui, pur rifatta recentemente con la zona 30, è un vero e proprio percorso ad ostacoli per i ciclisti. Diversi tratti delle piste ciclabili vedono la presenza di buche e il cavalcavia che porta al Cristo rimane un problema insoluto per la sicurezza sulle due ruote. Corso Roma è stata rifatta, ma molte vie del centro sono zeppe di dislivelli e buchi pericolosi, soprattutto per le persone anziane.
Qui sotto vi proponiamo alcune foto che vogliono essere una riflessione sull'argomento.


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MessaggioInviato: 12/11/2010, 10:56 
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Iscritto il: 09/11/2010, 12:04
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Egregio Signor Di Carluccio,

l’impegno di questa Amministrazione verso l’utilizzo delle due ruote è sempre stato convinto: piste ciclabili; chiusura dell’anello della circonvallazione per viaggiare con la bici; realizzazione di percorsi protetti nel centro cittadino; riattivazione del bike sharing impostato su criteri moderni e su nuove tecnologie, nonché su un numero di piattaforme più che raddoppiato; percorsi ciclabili per accedere alla Cittadella (la porta di soccorso e l’equipaggiamento del piazzale di Porta Reale); nuove rastrelliere in stazione ed in altre parti della città; richiami costanti all’uso della bici sui grandi pannelli a messaggio variabile posti agli ingressi della città; istituzione dell’ufficio “pedALe”; costante inserimento della bicicletta nelle varie manifestazioni cittadine; relazioni costanti con le associazioni di promozione all’uso delle due ruote, anche quella da lei rappresentata.
Così, nell’epoca in cui l’uso dell’automobile è diventato uno status symbol e il poter usufruire di un mezzo comodissimo a motore per la mobilità individuale è sembrato ai più un anelito di indiscutibile libertà, parrebbe un controsenso sviluppare politiche per favorire l’uso della bicicletta.
Allo stesso modo però non credo che l’inquinamento atmosferico sia dovuto in maggior parte al traffico: basti pensare che molte caldaie in città sono a gasolio, nonostante il Comune per anni ne abbia promosso la trasformazione a metano deliberando l’assegnazione di contributi per tale finalità, e ancora adesso lo faccia attraverso AMAG.
Non credo che il traffico sia in sé negativo, al contrario credo sia un segno di una città dinamica e vitale.
Credo però che il vero segno di intelligenza sia documentarsi prima di esprimere convinzioni.
Ho saputo così che l’inquinamento umano incide solo per il 10 per cento su quello complessivo dell’ambiente, e che il 30 per cento di questo 10 per cento è rappresentato dalle famigerate PM10 - insieme ad altri inquinanti - come per esempio l’ossido di carbonio.
Inoltre se si analizza l’andamento delle polveri si noterà che prima del 15 ottobre la media si attesta a livello 38 per poi alzarsi notevolmente dopo tale data, momento di accensione delle caldaie.
Infine, intelligenza o meno del sottoscritto, studi approfonditi dell’Università di Bologna, e non le mie convinzioni personali hanno appurato che la singolare posizione di Alessandria nell’ambito della Pianura Padana, quasi di trattasse della porzione finale di un imbuto, fa sì che i venti sospingano il pulviscolo atmosferico dell’intera pianura sulla nostra città.

Cordialità

Piercarlo Fabbio
Sindaco


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MessaggioInviato: 24/11/2010, 4:26 
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Iscritto il: 06/10/2008, 16:08
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Gentile sindaco
comincio col dirle che l'affermazione "Non credo che il traffico sia in sé negativo, al contrario credo sia un segno di una città dinamica e vitale" è veramente paradossale e sconfortante. Mi sarei aspettato altri parametri per valutare la dinamicità e vitalità di una città, non sicuramente il traffico che incredibilmente da altre amministrazioni viene visto come un problema. Chi sbaglia?
Ma non soffermiamoci sulla battuta più di tanto, veniamo invece alle sue risposte puntuali.
Nessuna amministrazione comunale alessandrina ha mai mostrato un impegno convinto verso l'utilizzo delle due ruote.
Lo prova il fatto che prima di lei e attualmente con lei, le piste ciclabili non sono mai state progettate secondo un disegno organico e strategico, ma mal sopportate e realizzate solo perché forse si è obbligati da un'opinione pubblica un minimo più attenta o forse da altre considerazioni. Questo glielo può testimoniare chiunque vada in bicicletta in città.
Alcuni esempi?

Una pista ciclabile che passa tra i tavolini di un bar come avviene di fronte all'Ospedaletto.
I raccordi tra i vari tratti di pista ciclabile mai tracciati come accade in Corso IV Novembre e che furono oggetto di sopralluogo nell'incontro con gli Amicidellebici in primavera 2010.
Il centro totalmente non percorribile o in quanto non viene prevista una corsia per le bici in molte strade, oppure perché pericoloso come il tratto che da via Dante, imbocca Piazza della Libertà, dove si rischia continuamente di venire asfaltati da chi proviene da sinistra e va verso Via Mazzini.
L'impossibilità di raggiungere il quartiere Cristo senza incorrere in situazioni pericolose (certo è colpa delle Ferrovie, e della passerella che verrà costruita chissà quando).
La zona 30 labirintica di Corso Acqui.

Tutte situazioni che lei conosce benissimo in quanto ampiamente segnalate dall'associazione Amicidellebici e con cui non è vero che c'è una relazione costante, in quanto non viene quasi mai consultata preventivamente in occasione dell'organizzazione di eventi e manifestazioni e in cui quasi sempre il flusso di relazione è monodirezionale dall'associazione verso l'amministrazione e raramente viceversa.

Per ultimo visto che è segno di intelligenza informarsi, ho letto attentamente le sue precisazioni sull'inquinamento.
Riassumo i punti e vediamo dove si può intervenire:
- La posizione di Alessandria sfavorevole. Non mi pare che ci siano molti margini di miglioramento
- Le caldaie a gasolio, bene per i contributi per la trasformazione a metano. C'è la possibilità di obbligare i proprietari alla trasformazione? Penso proprio di no
- Il traffico automobilistico. Forse sarà il meno responsabile dell'inquinamento ma è qui che lei può intervenire decisamente e se anche la chiusura del centro alle auto fosse un minimo passo verso una migliore vivibilità della città, a chi importa che sia minimo?

Certamente io capisco la sua situazione. Si ragiona in termini di consenso elettorale e chiunque si sia messo contro i commercianti del centro non ne è uscito benissimo da questo punto di vista. Ma chi le dice che imboccando con convinzione la strada ambientalista, oltre ad una riduzione anche dei costi sociali sanitari, non le porti voti da ambienti insospettabili cittadini?
E poi, riflettendoci, a volte bisognerebbe anche non considerare queste logiche se in ballo c'è la salute dei cittadini, di chi l'ha votata e di chi non l'ha votata, perché lei ha questa responsabilità. Io che non sono un commerciante del centro che faccio? Posso essere considerato allora di serie B?
La lascio con un link per una buona lettura serale
http://www.accademiadelmonferrato.com/a ... ecologica/
Arrivederci

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MessaggioInviato: 24/11/2010, 10:38 
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Iscritto il: 18/06/2010, 10:57
Messaggi: 41
Cita:
[...]
- Il traffico automobilistico. Forse sarà il meno responsabile dell'inquinamento ma è qui che lei può intervenire decisamente e se anche la chiusura del centro alle auto fosse un minimo passo verso una migliore vivibilità della città, a chi importa che sia minimo? [...] Ma chi le dice che imboccando con convinzione la strada ambientalista, oltre ad una riduzione anche dei costi sociali sanitari, non le porti voti da ambienti insospettabili cittadini?
La lascio con un link per una buona lettura serale
http://www.accademiadelmonferrato.com/a ... ecologica/
Arrivederci
mi aggrego come spesso succede al mio socio di blog Luigi DC.
ho letto l'articolo linkato e mi è venuta la lacrima dalla commozione: una città così, o tendente a quella, sarebbe un sogno.
attendo fiducioso una risposta, e visto che è avanti e moderno, voglia passare alla storia per un deciso colpo di ecologia per la nostra amata città ! da lasciare a bocca aperta tutta l'italia, su, è possibile e noi cittadini l'aiuteremo ! :D
Alessandro D


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MessaggioInviato: 22/12/2010, 20:59 
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Iscritto il: 09/10/2010, 19:10
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Sig. Sindaco
quando Alessandria vinse il premio del bando europeo Concerto con Concerto al piano e lei entrò patto dei sindaci e poi Alessandria tra le città SEE...ne fui immensamente felice, sono alessandrina di nascita e amo la mia città.
Ma purtroppo constato che, mi scusi il termine, la sua politica è a dir poco schizofrenica, come se la mano destra non sapesse cosa faccia la sinistra.
Quindi dubito che il merito dei premi sia il suo, visto come ragiona.
Una città SEE mette in primo piano la mobilità che ovviamente deve essere sostenbile, e non può esserci sostenibilità se non si contrasta il più possibile il traffico automobilistico.
E' mai stato a Ferrara? I 2/3 della provincia sono Patrimonio dell'umanità e Ferrara ha un sacco di isole pedonali.....e di piste ciclabili non ce ne è più che ad Alessandria, certo ci sono regole diverse e rispetto per i ciclisti. Ma sono le isoloe pedonali che contano.

Si informi meglio:
articolo tratto da La Repubblica
Il sogno delle città senz'auto
crescono i quartieri Car free - Nelle metropoli europee aumentano le zone dove si può comprare casa solo se non si possiede la macchina. L'Italia, a 30 anni dalla prima isola pedonale, è ancora in ritardo
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/ ... -10402686/

Nel 2010 la Settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2010 era dedicata alla mobilità
http://www.unescodess.it/iniziative/eve ... ibile_2010
ma con il suo modo di ragionare e agire la Cittadella non diventerà mai patrimonio dell'Umanità.


Ad ogni modo a prescindere, TROVO INSOPPORTABILE come lei si sia permesso di rispondere al padre preoccupato di un bimbo di pochi mesi.....SI VERGOGNI!!!
[************* contenuto cancellato in quanto non in linea con i principi del forum *************]


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MessaggioInviato: 22/12/2010, 21:04 
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Iscritto il: 09/10/2010, 19:10
Messaggi: 25
Non credo che il traffico sia in sé negativo, al contrario credo sia un segno di una città dinamica e vitale.

:shock: :shock: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
:oops: :oops: :oops:


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MessaggioInviato: 23/12/2010, 13:38 
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Iscritto il: 06/10/2008, 16:08
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Come amministratore, nonostante beffardamente il post riguardasse me, ho dovuto cancellare un commento in uno dei post precedenti in quanto decisamente eccessivo e non in linea con i principi del forum.
Chiedo a tutti di esporre con forza le vostre idee così come state facendo senza però esagerare, anche perché secondo me ogni volta che si esagera nei modi perde forza il contenuto del post, che invece è la cosa più importante.
Un saluto

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MessaggioInviato: 23/12/2010, 13:51 
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Iscritto il: 06/10/2008, 16:08
Messaggi: 471
Non pretendo risposta, solo incrementare la discussione

La stampa locale ha dato conto della classifica nazionale sulle città ciclabili redatta da Legambiente, nella quale Alessandria vola al 23° posto.
Il Sindaco ne è fiero, perché si tratta di una rimonta sorprendente.
E molti cittadini, in effetti, ne sono "sorpresi": soprattutto perché tale posizione sembra paradossale.
Non è credibile infatti che la situazione della ciclabilità in Alessandria appaia simile a quella di altre città che nella graduatoria risultano vicine, ma che nella realtà sono lontane anni luce, come Parma o Bolzano, dove ad esempio risulta che il numero di spostamenti quotidiani in bicicletta sia superiore a quelli in automobile.
Si tratta dunque di un errore? No, la ragione principale è legata ai parametri che sono stati considerati: chilometri di piste ciclabili, estensione di Zone a traffico limitato, di Isole pedonali, di Zone a 20 o 30 km/h.: tutti fattori che contribuiscono a incentivare l'uso della bicicletta.
E andando a verificarli, ci renderemo conto che tra l'apparenza e la sostanza la differenza è abissale.


Le piste ciclabili alessandrine infatti sono un calvario: disseminate di ostacoli, interrotte continuamente, a volte si dissolvono improvvisamente nel nulla: non garantendo la sicurezza di chi le percorre risultano in alcuni casi inutili, quando non addirittura un fattore di ulteriore pericolo.
E poi, i chilometri realizzati nel 2010 in stradine come via Penna, via Sassi, o via Civalieri, sono inutili, perché - lo sa qualsiasi tecnico della viabilità - le piste ciclabili servono solo sulle direttrici importanti, per tenere separate tipologie di traffico tra loro incompatibili.


Che dire poi della beffa delle Z.T.L. realizzate in periferia, in strade senza traffico, a volte neppure asfaltate o addirittura in cui era già vietata la circolazione?


Delle Isole pedonali invece è impossibile parlarne, semplicemente perché nella nostra città sono praticamente inesistenti.


Quanto infine alle Zone 30, paiono destinate anche queste solo a una funzione di facciata: è quello che sta accadendo per esempio al Cristo, dove quasi tutte le vie sono diventate a 30 Km/h, semplicemente tracciando sull'asfalto una segnaletica - quasi invisibile e neppure a norma - senza nemmeno adeguare quella verticale, e senza adottare altri provvedimenti di limitazione e controllo della velocità.


In definitiva quindi il balzo in avanti di Alessandria nella classifica sulla ciclabilità è supportato dai dati, ma non dai fatti. Peraltro, grazie al pungolo costante venuto dai cittadini, qualche piccolo miglioramento negli ultimi anni c'è stato, perlomeno sul piano della percezione del problema; e il segno più evidente ne è l'istituzione di un Ufficio Biciclette, un provvedimento potenzialmente importante per migliorare il grado di ciclabilità di una città. Il Sindaco, enumerandone le competenze, ne ha però tralasciata una fondante: quella di essere punto di raccordo tra le istituzioni e le associazioni che da sempre sostengono il tema centrale della bicicletta come mezzo alternativo all'automobile, per una sua diffusione sia per la mobilità urbana, sia per un turismo più consapevole e sostenibile.


Claudio Pasero
gliamicidellebici
FIAB - FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA

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MessaggioInviato: 27/12/2010, 21:04 
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Iscritto il: 09/10/2010, 19:10
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Le isole pedonali compiono 30 anni. Accordo ACI-Legambiente per la mobilità sostenibile
Martedì 21 Dicembre 2010 10:05

Era il 30 dicembre 1980 quando a Roma venne istituita la prima isola pedonale d’Italia, nell’area del Colosseo. A distanza di trent’anni su 100 centri urbani monitorati da ACI e Legambiente sono 92 i capoluoghi di provincia che dispongono di isole pedonali e sono in media 34 ogni 100 abitanti i metri quadrati riservati esclusivamente ai pedoni. I comuni di Venezia, Verbania, Cremona e Terni addirittura superano la soglia di 100 metri quadrati ogni 100 abitanti.
In occasione del trentennale dell’istituzione della prima isola pedonale, Automobile Club d’Italia e Legambiente presentano “La città ai nostri piedi”, storia e numeri delle aree chiuse al traffico, condividendo l’esigenza di affrontare in modo incisivo i problemi legati alla mobilità e al trasporto urbano, aumentando al contempo la sicurezza e la qualità ambientale delle città. In questo senso l’isola pedonale rientra tra le strategie che gli amministratori possono adottare per migliorare la mobilità urbana. Se ben progettata e ben inserita, infatti, l’isola pedonale ha dimostrato di produrre effetti positivi nell’immediato e sul lungo periodo: da subito una riduzione dei livelli di smog e rumore accompagnato da una crescita del numero di utenti del trasporto pubblico e poi una miglior tutela di monumenti e patrimonio storico-artistico, una valorizzazione turistica, un generale aumento della vivibilità cittadina. A questo si aggiunge il miglioramento della sicurezza stradale, dal momento che è nei centri urbani che si verifica il maggior numero di incidenti (più di tre quarti del totale), con 1.892 morti e 223.166 feriti nel 2009, pari rispettivamente al 44,7% ed al 72,6% del totale.
“La gestione della mobilità in ambito urbano è d’importanza strategica – scrivono ACI e Legambiente – in considerazione del fatto che nelle aree urbane avviene la maggior parte degli spostamenti e che sempre nelle città risultano più evidenti i fenomeni di congestione, inquinamento derivante dalle diversi fonti e incidentalità stradale, con pesanti ricadute in termini di costi sociali. E’ necessario, pertanto, calibrare le politiche di intervento tenendo presente la funzione e l’uso di tutte le componenti del sistema: le strade e le loro diverse categorie, il trasporto pubblico su ferro e su gomma, i parcheggi pubblici e privati su strada ed in struttura”.

Ecco in sintesi le proposte di ACI e Legambiente:

- Attivare una authority o cabina di regia nazionale che, attraverso gli strumenti della programmazione e della concertazione tra le diverse componenti pubbliche e private, locali e nazionali, indirizzi in modo uniforme le scelte e le politiche in tema di mobilità e trasporti, monitorando gli interventi effettuati ai diversi livelli di governo del territorio.

- Emanare una Legge quadro che stabilisca criteri generali per la realizzazione dei nuovi insediamenti urbani, con previsione della Valutazione di Impatto sulla Mobilità procedura preliminare a qualsiasi intervento urbanistico territoriale, ripensando l’uso del territorio e migliorando l’accesso ai servizi di mobilità.

- Emanare una norma quadro che stabilisca criteri uniformi in base ai quali le autorità comunali possano predisporre provvedimenti che limitano la circolazione veicolare, con particolare riferimento ai seguenti aspetti: individuazione delle tipologie di veicoli per i quali è permessa la circolazione in relazione alle dotazioni di nuove tecnologie disponibili (ad es. filtri antiparticolato, motori Euro 5, ecc.); individuazione di alternative di trasporto che assicurino l’accessibilità dei cittadini ai servizi della città; definizione di una segnaletica uniforme dedicata alle zone sottoposte a limitazione; definizione di metodologie di valutazione dell’efficacia ambientale con analisi “prima-dopo”, che misurino oggettivamente i risultati dei provvedimenti, le cui risultanze siano comunicate ai cittadini.

- Investire risorse finanziarie in un programma strutturale per rendere più efficiente e meno inquinante la flotta del TPL, puntando alla sostituzione dei veicoli più inquinanti (Euro 0 e Euro 1) con flotte ecologiche. L’assegnazione di risorse supplementari alle aziende di TPL deve essere finalizzata al raggiungimento di standard predeterminati legati all’estensione del centro urbano e al numero di abitanti (aumento numero passeggeri, frequenza e puntualità delle corse, ecc.). Aumentare l’estensione delle corsie preferenziali del TPL e migliorare l’offerta di km percorsi.

- Potenziare in tal modo l’accessibilità ai centri urbani e solo dopo valutare l’introduzione nelle grandi aree del road pricing, definendo criteri uniformi per le politiche tariffarie per l’accesso ai centri delle città, i cui introiti siano destinati alla mobilità sostenibile.

- Finanziare il potenziamento e la realizzazione di parcheggi di scambio e residenziali non su strada.

- Ampliare il numero e l’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30”, nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario.

- Rimodulare e semplificare il meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza (kw) ma ai livelli di emissione di CO2 e allo spazio occupato. Meglio sarebbe che il “bollo auto” tornasse ad essere “bollo di circolazione”, ossia una tassazione proporzionale all’uso dell’auto e al consumo di spazio per il parcheggio, secondo i principi adottati in sede europea “chi usa paga” e “chi inquina paga”. Vincolare inoltre una parte delle risorse derivanti dal bollo auto a interventi supplementari per migliorare la mobilità urbana e il trasporto pendolare.

- Realizzare vie verdi – strade dove vietare la sosta e la fermata – lungo le arterie di maggior traffico interne ai centri urbani al fine di fluidificare la circolazione, prevedendo alternative per la sosta.

- Assicurare particolare attenzione agli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili ecc.), con assegnazione di risorse adeguate, sia in fase di pianificazione urbanistica (per es. realizzazione di reti di piste ciclabili sicure ed efficaci), sia attraverso l’uso di metodologie che consentano di valutare l’impatto sociale degli interventi sulla mobilità urbana, anche al fine di scongiurare fenomeni di esclusione sociale; occorre inoltre garantire la sicurezza delle infrastrutture di supporto (per es. valutazione degli attraversamenti pedonali e intervento per correggerne le lacune). Queste fasce d’utenza sono particolarmente vulnerabili: 667 pedoni morti nel 2009, il 15,7% del totale, di cui la metà ultrasessantacinquenni, e indici di mortalità massimi per i veicoli a due ruote (295 morti in incidenti che hanno visto coinvolte biciclette, 212 i ciclomotori e 1.037 i motocicli, in totale più del 43% del totale esclusi i pedoni).

- Promuovere meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l'auto in multiproprietà) e il car-pooling (l'utilizzo dell'auto in almeno tre persone).

- Formare ed educare il cittadino ad un uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano, riducendo gli spostamenti con l’automobile se non strettamente necessari (c.d. mobilità superflua), e promuovendo corsi di guida ecologica (c.d. ecodrive).

Guarda la tabella ACI - Legambiente
Leggi lo studio integrale


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