Gentile sindaco
comincio col dirle che l'affermazione "Non credo che il traffico sia in sé negativo, al contrario credo sia un segno di una città dinamica e vitale" è veramente paradossale e sconfortante. Mi sarei aspettato altri parametri per valutare la dinamicità e vitalità di una città, non sicuramente il traffico che incredibilmente da altre amministrazioni viene visto come un problema. Chi sbaglia?
Ma non soffermiamoci sulla battuta più di tanto, veniamo invece alle sue risposte puntuali.
Nessuna amministrazione comunale alessandrina ha mai mostrato un impegno convinto verso l'utilizzo delle due ruote.
Lo prova il fatto che prima di lei e attualmente con lei, le piste ciclabili non sono mai state progettate secondo un disegno organico e strategico, ma mal sopportate e realizzate solo perché forse si è obbligati da un'opinione pubblica un minimo più attenta o forse da altre considerazioni. Questo glielo può testimoniare chiunque vada in bicicletta in città.
Alcuni esempi?
Una pista ciclabile che passa tra i tavolini di un bar come avviene di fronte all'Ospedaletto.
I raccordi tra i vari tratti di pista ciclabile mai tracciati come accade in Corso IV Novembre e che furono oggetto di sopralluogo nell'incontro con gli Amicidellebici in primavera 2010.
Il centro totalmente non percorribile o in quanto non viene prevista una corsia per le bici in molte strade, oppure perché pericoloso come il tratto che da via Dante, imbocca Piazza della Libertà, dove si rischia continuamente di venire asfaltati da chi proviene da sinistra e va verso Via Mazzini.
L'impossibilità di raggiungere il quartiere Cristo senza incorrere in situazioni pericolose (certo è colpa delle Ferrovie, e della passerella che verrà costruita chissà quando).
La zona 30 labirintica di Corso Acqui.
Tutte situazioni che lei conosce benissimo in quanto ampiamente segnalate dall'associazione Amicidellebici e con cui non è vero che c'è una relazione costante, in quanto non viene quasi mai consultata preventivamente in occasione dell'organizzazione di eventi e manifestazioni e in cui quasi sempre il flusso di relazione è monodirezionale dall'associazione verso l'amministrazione e raramente viceversa.
Per ultimo visto che è segno di intelligenza informarsi, ho letto attentamente le sue precisazioni sull'inquinamento.
Riassumo i punti e vediamo dove si può intervenire:
- La posizione di Alessandria sfavorevole. Non mi pare che ci siano molti margini di miglioramento
- Le caldaie a gasolio, bene per i contributi per la trasformazione a metano. C'è la possibilità di obbligare i proprietari alla trasformazione? Penso proprio di no
- Il traffico automobilistico. Forse sarà il meno responsabile dell'inquinamento ma è qui che lei può intervenire decisamente e se anche la chiusura del centro alle auto fosse un minimo passo verso una migliore vivibilità della città, a chi importa che sia minimo?
Certamente io capisco la sua situazione. Si ragiona in termini di consenso elettorale e chiunque si sia messo contro i commercianti del centro non ne è uscito benissimo da questo punto di vista. Ma chi le dice che imboccando con convinzione la strada ambientalista, oltre ad una riduzione anche dei costi sociali sanitari, non le porti voti da ambienti insospettabili cittadini?
E poi, riflettendoci, a volte bisognerebbe anche non considerare queste logiche se in ballo c'è la salute dei cittadini, di chi l'ha votata e di chi non l'ha votata, perché lei ha questa responsabilità. Io che non sono un commerciante del centro che faccio? Posso essere considerato allora di serie B?
La lascio con un link per una buona lettura serale
http://www.accademiadelmonferrato.com/a ... ecologica/
Arrivederci