Pedalando ti accorgi che il tempo passa, non tanto per la fatica che aumenta, bensì per l’insofferenza degli automobilisti nei tuoi confronti. Finché sei giovane tutto ti viene perdonato e i conducenti si superano in gesti di galanteria, ma, ahimé, “tempus fugit” e ti trovi a combattere, quotidiana nonna Jane, in una giungla d’asfalto.
Ecco perché arrivare incolumi in stazione, dal quartiere Cristo, è ormai un’impresa degna di nota!
Parto da una zona degradata e dimenticata della città, via Gandolfi, e svolto in via Bensi, dove le auto sfrecciano impunite e si accalcano, con prepotenza, davanti alla scuola. E intanto vagheggio strade scolastiche “car free” …
Facendomi scudo con la bici, attraverso a piedi, sulle strisce, l’incrocio di via Maggioli , e rifletto su quanto sarebbe facile sfruttare le vie secondarie della zona per creare semplici percorsi ciclabili ..…
Affronto il Cavalcavia, dove posso scegliere se farmi, giustamente, insultare dai pedoni sul marciapiede o “asfaltare” dagli automobilisti, incuranti del limite orario. Così penso che basterebbe avere il coraggio di sperimentare, come in Francia, una corsia tra le tre disponibili, dedicandola esclusivamente alle biciclette…
Arrivo al primo dei tre semafori che mi attendono per poter raggiungere l’agognato tratto di ciclabile e trascorro l’abbondante tempo di attesa a ricordare che le biciclette contromano, in tutta Europa e in diverse città d’Italia, vengono usate come deterrenti per ridurre la velocità delle auto nelle vie del centro urbano…
Pedalo lungo la pista dei giardini, scendo dalla bici per superare il gradino del marciapiede e attraversare, per l’ennesima volta, la strada e, finalmente, zigzagando tra le auto in divieto di sosta su piazzale Curiel, posteggio il mezzo in una delle desolate e disordinate rastrelliere disponibili. E intanto la mente corre al vicino deposito “cicli e motocicli”, inutilizzato e lasciato andare in rovina…
Mentre lego la bici, incrocio lo sguardo di un altro intrepido pedalatore e viene spontaneo congratularci a vicenda per essere arrivati “sani” alla meta! Ora non ci resta che sperare di ritrovare, al ritorno, non solo la bici, ma anche entrambe le ruote, il sellino e il campanello….
E allora penso, con una punta di malinconia, che io sono invecchiata ma le mie proposte no, sono sempre giovani, attuali e aspettano fiduciose l’attenzione di qualche amministratore di buona volontà.
Chissà….
Daniela Pestarino
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