Ancora un grave incidente sul cavalcavia del Cristo. Non era ancora stato completato il ripristino della protezione in legno verso la scarpata, che già è stato di nuovo distrutta, insieme con la ringhiera in ferro della scala pedonale.
Cosa deve ancora accadere perché ci si renda finalmente conto - soprattutto da parte di chi ne ha la responsabilità - che la soluzione adottata per la viabilità sul cavalcavia qualche anno fa dalla giunta Scagni - e mantenuta tale dalle amministrazioni che si sono dopo susseguite - ė pericolosa, oltre che grossolanamente sbagliata dal punto di vista tecnico e gravemente lesiva del diritto alla mobilità di una buona parte di cittadini?
Il raddoppio delle corsie destinate alle auto sul lato in ingresso ė diventato, nonostante il limite di velocità dei 30 km/h, un manifesto invito a pigiare sull'acceleratore, reso ancora più invitante dalla totale mancanza di controlli.
Eppure è evidente che quel raddoppio non serve assolutamente a nulla (se non appunto a permettere ai prepotenti di sbizzarrirsi a discapito degli altri) perché la funzione di polmone - svolto dalla seconda corsia - per le poche auto che svoltano a destra al semaforo in fondo al cavalcavia, si risolve negli ultimi venti/trenta metri, comunque sicuramente molto dopo l'intersezione con via Caprioglio.
La soluzione migliore per fluidificare il traffico sarebbe una rotonda - questa si necessaria - e la riduzione a due delle corsie per i veicoli a motore, per calmierarne la velocità e per poter destinare la terza ai ciclisti, ora costretti a percorrere il marciapiedi per mettersi in salvo (e a farsi quindi maledire dai pedoni).
Non potendo sperare - almeno in tempi brevi - in una soluzione del genere (perlomeno per quello che riguarda la rotonda) si potrebbe cominciare a risolvere parzialmente il problema invitando chi deve svoltare a destra a farlo prima, all'incrocio con via Maggioli, sfruttando la direttrice del sottopasso.
In questo modo si ridurrebbe ulteriormente - praticamente annulandola - la funzione della terza corsia per le auto, e si potrebbe finalmente destinarne una alle biciclette, permettendo così a una fetta importante - e nobile - di utenti di tornare sulla strada, si incentiverebbe l'uso della bicicletta e si renderebbe più sicura e fluida la circolazione di tutti.
O dobbiamo aspettare che accada l'irreparabile per darci una mossa?
Cassandra
gliamicidellebici FIAB Alessandria
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