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MessaggioInviato: 07/12/2011, 17:04 
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Iscritto il: 17/10/2008, 20:40
Messaggi: 394
07 dic 2012

“Ci siamo da 15 anni ormai, e ogni volta che gli alessandrini hanno un problema sanno di poter contare su di noi. Per questo definirci lista civica mi pare riduttivo. La nostra è una vera proposta politica, alternativa, per questa città”. Mauro Morando è il candidato sindaco a Palazzo Rosso della lista Per la Nostra Città, e in effetti, con perseveranza sua e del suo gruppo, dal 1997 si presenta regolarmente alle elezioni comunali, raccogliendo un consenso minoritario ma crescente. Proviamo a conoscerlo meglio, e a capire cosa propone agli alessandrini.

Dottor Morando, lei si candida per la quarta volta alle elezioni per Palazzo Rosso a capo della sua lista, Per la Nostra Città. Eppure forse ancora tanti alessandrini non la conoscono a fondo. Lei non è un politico di professione, vero?
Assolutamente no. Io, come tutti gli amici che con me danno sostanza al nostro progetto politico, ho il mio lavoro, che nello specifico è quello di consulente marketing e commerciale per il mondo della grande distribuzione. Attività che svolgo da molti anni, prima come dirigente, ora come libero professionista. Alla larga dai politici di professione: credo che gli italiani, e gli alessandrini, ne abbbiano davvero abbastanza.

La sua lista nel 2007 ha ottenuto il 2,5%, che è più del consenso di diversi partiti. Nel 2012 puntate a migliorare?
Guardi, noi nel 2012 puntiamo a vincere. Nel senso che, davvero, mi sembra che gli alessandrini non abbiano alternative: o continuano a puntare su un centro destra e un centro sinistra che, nei fatti, hanno già ampiamente dimostrato cosa sanno fare e faranno (basta constatare come è ridotto il nostro Comune, a livello finanziario e di erogazione di servizi!), oppure puntano su un’alternativa vera. Che siamo noi.

Veramente i candidati sono una decina, e potrebbero aumentare. Non crede che la frammentazione non farà altro che aiutare i due candidati maggiori, destinati quanto meno al ballottaggio?
Può essere che succeda di nuovo così: ma ‘federare’ la pluralità di proposte oggi sul tappeto mi pare arduo. Noi, mi creda, non abbiamo mai chiuso le porte al dialogo, e non le chiudiamo. Ma c’è gente che è in politica per ottenerne vantaggi, oppure che promette il favore in cambio del voto. Impensabile sviluppare progetti comuni con questa gente.

Ma a lei come è saltato in mente, 14 anni fa, di creare Per la Nostra Città?
Non solo a me, ma al gruppo che poi decide di presentare me come candidato. Siamo cittadini, che già dal 1997 (io all’epoca avevo 34 anni) sono esasperati dall’andazzo della politica dei partiti, e provano a trovare una via dal basso, senza aspettare salvatori della patria a livello nazionale. Non abbiamo mai preso un euro di finanziamento pubblico: se vado in Comune e chiedo il minimo accesso ad un atto mi chiedono chi sono, e mi fanno pagare le marche da bollo, tanto per fare un esempio. Quindi è una sfida in salita, e ci autotassiamo. Eppure gli alessandrini ci stanno dando consenso crescente, e non abbiamo finora ottenuto consiglieri comunali solo perché, con testardaggine, abbiamo sempre rifiutato ‘apparentamenti’ elettorali.

Nel 2012 però sarà ancora più dura: i consiglieri saranno ridotti di numero..
Gliel’ho detto, e non scherzo. Noi stavolta vogliamo vincere. O comunque faremo un risultato eclatante.

Dottor Morando, ipotizziamo che lei a maggio 2012 sia sindaco di Alessandria. Che fa?
Il nostro programma elettorale è molto chiaro, e si articola su tre assi:
onestà amministrativa: basta sprechi, consulenze agli amici e simili. E massima trasparenza verso i cittadini, che devono sapere tutto.
Lo sviluppo di Alessandria. Per realizzarlo mi bastano due assessori, non dieci. Un primo assessore che va a cercare le risorse ovunque ci possono essere sul fronte pubblico: dalla Comunità Europea, alla Regione. Un secondo assessore che si occupa di “vendere” Alessandria a privati interessati ad investire sul nostro territorio. Tutti sappiamo come funziona oggi: la parte politica che vince e amministra fa lavorare i suoi amici. Questo è un andazzo che deve finire, se vogliamo che esista uno sviluppo libero, e generare ricchezza che serva a migliorare la vita di tutti.
La città deve essere solidale: sempre più, con la crisi e il ‘ritrarsi’ dello Stato centrale, il Comune deve saper fare la sua parte, in aiuto e a sostegno delle famiglie. Penso a chi ha in casa portatori di handicap, ma anche ai disoccupati, o alle coppie che lavorano e oggi hanno enormi difficoltà con gli asili nido. Oggi questi servizi sono scadenti, e scarseggiano. Investirei di più in questa direzione, rinunciando a spendere milioni di euro in piani strategici di cui nessuno ha ancora compreso l’utilità pratica, o in rose moldave. Pensa che i cittadini non sarebbero d’accordo?

Un’ultima riflessione sugli immigrati. Di recente c’è stata una polemica su una presunta moschea ‘abusiva’ al Cristo. Lei come vede gli stranieri? Problema o risorsa?
Tutto dipende da come li si gestiste. Oggi sono per lo più un problema, proprio perché manca una politica seria dell’immigrazione, a livello centrale e locale. E si pensa di derubricare il tutto a questione di sicurezza, di ordine pubblico. Tutti i dati concordano: al nostro Paese manodopera per tanti lavori manuali ne serve, eccome. Altrimenti interi settori, dall’assistenza alla persona all’agricoltura o a certe attività di fabbrica ed edili, rischiano di fermarsi. Chiaramente chi sta qui deve rispettare le regole vigenti. Ma tutto è collegato: se una persona ha un lavoro (regolare e non abusivo, con sfruttatori italiani) il percorso di integrazione è già cominciato, e non potrà che dare risultati positivi per tutta la comunità.
Ettore Grassano

fonte alessandrianews
http://www.alessandrianews.it/politica/ ... -5218.html

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