Definire i possibili sviluppi della città, considerando investimenti di imprenditori che intendano collocare aziende sul territorio, sviluppare un progetto di città della salute che crei tra ospedale con specializzazioni riconosciute a livello nazionale, un collegamento con l’università, che crea la richiesta di servizi a supporto. Tutto questo genera ricchezza e lavoro per i giovani.
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Si deve pensare, soprattutto, a due possibili linee di interventi:
1) La “manutenzione” delle imprese già presenti nel territorio.
Si può realizzare con il completamento infrastrutturale delle varie aree attrezzate, soprattutto con attenzione alle strutture di supporto (accessi, trasporti, ma anche ristorazione o strutture di accoglienza dei figli delle lavoratrici in età prescolare, per esempio).
Particolarmente importante è anche, per le aziende presenti nel territorio, il controllo dei costi per le varie utenze (forniture energetiche...) o per alcuni tributi (tassa rifiuti, per esempio) su cui il Comune può attivarsi (con convenzioni ad hoc, per esempio) per il massimo contenimento possibile.
2) L’attrazione di nuovi investimenti.
La competizione con altri territori per attrarre nuovi investimenti si basa soprattutto sulla capacità di dare alle aziende risposte concrete in tempi rapidi.
Lo strumento potrebbe essere lo Sportello Unico, opportunamente rafforzato e destinato a diventare l’interlocutore che accoglie le aziende interessate, le accompagna nel percorso sia informativo (anche con il supporto di accordi con le Associazioni di categoria) sia autorizzativo, coadiuvando l’imprenditore nella ricerca di informazioni e nella risoluzione dei problemi pratici. Potrebbe essere previsto l’utilizzo di personale addestrato (2 o 3 persone), con un interlocutore unico designato dal Comune a disposizione dell’imprenditore che entra in contatto con lo Sportello, fino al totale compimento dell’iter burocratico necessario (come avviene per le nostre imprese quando vanno a insediarsi in Cina, se vogliamo fare utile “benchmarking”).
Solo in seguito alla concreta realizzazione di iniziative e strumenti che rispondono alle due esigenze suesposte si può attuare una iniziativa di marketing territoriale per attrarre investimenti nel territorio comunale.
Fondi europei, ricerca e sviluppo sostenibile.
Il periodo 2007-2013, in cui inizia una nuova fase di utilizzo delle risorse Comunitarie, presenta la notevole novità della sparizione della cosiddetta “zonizzazione”, che prevedeva l’afflusso di fondi proveniente dalla UE solo in determinati territori (l’obiettivo 2, per esempio) escludendo, fino alla fine del 2006, il Comune di Alessandria.
Quindi, da un lato, c’è l’evidente vantaggio di poter finalmente concorrere per l’utilizzo di tali risorse, dall’altro la concorrenza si amplia a tutto il territorio regionale.
Le linee guida per il periodo 2007-2013, a livello regionale, devono rispettare due principi base fissati dall’UE, cui ci si riferisce comunemente con il nome della città in cui sono stati enunciati: Lisbona - attenzione alla ricerca, e Goteborg - attenzione allo sviluppo sostenibile.
Il Comune deve quindi varare e favorire iniziative per lo sviluppo e la diffusione, sul territorio, di programmi di ricerca applicata alle esigenze delle imprese presenti (per esempio sarà necessaria una notevole attenzione al settore delle materie plastiche, per cui Alessandria rappresenta un polo di eccellenza sia produttivo sia accademico) utilizzando, stimolando e rafforzando le professionalità e le strutture delle Università presenti, e favorendo l’incontro fra mondo accademico e mondo produttivo.
Lo sviluppo sostenibile si collega certamente con il favorire l’utilizzo di energie, col recupero e il trattamento dei rifiuti prodotti... Si può pensare all’applicazione di incentivi (per esempio riduzioni tariffarie) alle imprese “virtuose”.
Si può pensare al reperimento di risorse anche per il miglioramento delle aree industriali esistenti (sempre restando nel tema di interventi che favoriscono lo sviluppo sostenibile).
Nuove iniziative imprenditoriali
Si può pensare a un servizio, in capo allo Sportello Unico (anche in questo caso pure con il supporto di accordi con le Associazioni di categoria) di accoglienza dei neoimprenditori con assistenza nella redazione del progetto di impresa, nella valutazione delle opportunità insediative, e nel disbrigo di tutte le formalità per l’avvio dell’attività, oltre allo stanziamento di risorse per il finanziamento dei costi di avvio dell’attività.
Monitoraggio delle attività produttive
Esiste una mappatura aggiornata del “chi sono” e “cosa fanno” le imprese insediate in territorio comunale? Diversamente potrebbe essere utile realizzare tale mappatura sia per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro (tema molto importante che riguarda anche la formazione professionale, per cui potrebbe essere utile prevedere la realizzazione di attività congiunte con strutture formative efficienti - es. Foral - già attive nel territorio) sia per favorire la promozione del “made in Alessandria” (anche questo può essere uno strumento sia di “manutenzione” delle imprese già presenti nel territorio sia di marketing territoriale).
GESTIONE DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE
Le aziende partecipate dal Comune (o municipalizzate) sono sicuramente troppe, costose e spesso inutili, se non ad assegnare posizioni per lo più funzionali a mantenere, sul piano prettamente politico, il sistema di potere dei partiti.
Secondo i dati pubblicati dallo stesso Comune, in ottemperanza dall'art. 1, c.735, della Legge 296 del 27 dicembre 2006, le partecipazioni detenute dal Comune di Alessandria in società sono, alla data del 06 ottobre 2011, solo per citare le principali: A.R.AL. S.P.A., A.T.M. S.P.A., A.M.I.U. S.P.A., A.S.P.A.L. S.R.L., CENTRALE DEL LATTE DI ALESSANDRIA E ASTI S.P.A., S.I.T.AL. S.P.A., ARISTOR S.R.L., FARM.AL S.R.L., SVIAL S.R.L., OIKOS 2006 S.R.L., PALAZZO DEL MONFERRATO S.R.L., VALOR.I.AL. S.R.L., AL.TRI. S.P.A., ARGENT.AL S.R.L.
E, complessivamente, i compensi erogati ai rappresentanti delle sopra menzionate partecipate nominati dal socio pubblico (cioè dal Comune di Alessandria) ammontano a 442.253 euro annui, più vari gettoni di presenza di cui non si conosce l’importo. Senza considerare i costi che generano, molte di queste società stentano a raggiungere il pareggio di bilancio, creando ulteriori disavanzi che, ovviamente, vanno a ripercuotersi sulla cittadinanza in termini di aumento del prelievo fiscale o di inefficienza dei servizi che dovrebbero fornire.
A onor del vero c’è da dire che, a causa dei sempre più massicci tagli ai trasferimenti delle risorse statali, gli enti locali sono costretti a mettere mano ai “gioielli di famiglia”. Le stesse municipalizzate devono confrontarsi con mercati aperti e nuovi competitors e non solo faticano a finanziare il proprio sviluppo, ma non ce la fanno più ad essere la principale risorsa di liquidità per le casse comunali.
Infatti in relazione alla catastrofica situazione finanziaria del Comune di Alessandria, è stata recentemente intrapresa una sistematica azione di dismissioni di importati quote di alcune aziende partecipate.
Al di là del fatto di chiedersi se sia opportuno a pochi mesi dal voto cedere quote rilevanti delle aziende partecipate, secondo noi il problema delle partecipate è da affrontare concependo un progetto per realizzare forme inedite e più avanzate di partecipazione. Perché non tentare un’esperienza nuova, di democrazia avanzata e responsabile, chiamando i cittadini a diventare azionisti e quindi apportando alle aziende comunali un duplice contributo: quello di risorse finanziarie fresche, ma anche un contributo di idee, di stimolo, di professionalità, di passione per la cosa pubblica.
Noi pensiamo che una corretta risposta ad un’amministrazione inefficiente sia quella di applicare semplici principi già esistenti: trasparenza, partecipazione democrazia e meritocrazia. E per applicare questi principi bisogna andare nella direzione opposta a quella oggi percorsa ed introdurre vera democrazia anche con società ad azionariato diffuso (le cosiddette Public Company) dove i cittadini e gli Enti pubblici siano i gestori dei servizi pubblici locali. Il presidente ed il consiglio d’amministrazione della Public Company vengono eletti su base meritocratica dai soci. I cittadini dovrebbero avere la maggioranza delle azioni e possono possedere al massimo una quota (un cittadino, una quota, un voto). L’utente, la famiglia, che paga la bolletta dell’acqua, dell’elettricità, dei rifiuti può essere un socio della società gestore.
Oggi l’interesse di queste società è di massimizzare i profitti, mentre al contrario “l’utente famiglia” ha l’interesse primario di bere acqua realmente pulita, di risparmiare sul consumo elettrico e sulla raccolta dei rifiuti, inquinando meno il proprio territorio. I proventi della Public Company possono, anzi devono, essere reinvestiti nel territorio locale. Questo tipo di modello che esiste già negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, consentirebbe una più equa ridistribuzione della ricchezza aiutando l’economia locale e responsabilizzando i cittadini ad essere più attivi e consapevoli verso la propria comunità.
Sono evidenti le difficoltà di far funzionare la democrazia quando le persone sono molte. Quindi si potrebbe pensare, nella fase iniziale, ad una partecipazione dei cittadini al 49% e la maggioranza del 51% nelle mani del Comune, oppure si può adottare in alternativa un sistema duale e far partecipare i cittadini ad un comitato di sorveglianza.
Riteniamo che le municipalizzate debbano essere ridotte di numero (accorpandole sotto un unico consiglio di amministrazione) e eliminate quelle inutili. In ultima analisi devono aprire ai privati, ma non essere privatizzate. Devono assumere i connotati della Public Company, attraverso il ricorso ad un azionariato diffuso, con l’obiettivo di creare una democrazia viva e capace di guardare con fiducia, con creatività, con coraggio il futuro, mettendo l’intelligenza al servizio del bene comune della Città.
Gli altri punti del nostro programma a questo link: http://www.perlanostracitta.it