VADO IN VERTICALE ALLA CITTà
Si esce alla ricerca del bello nel brutto, dell'essenza atomica nella materia sporca. Un muro scrostato, un pilastro,un'impalcatura.
Griglia arancione a coprirla e sopra il cielo.
Sarà vero che è lo stesso di quello alle Hawaii?
Questa città non è la mia.
Ci sto dentro però. E fuori, nella sua aria,negli spazi tra le cose.
E tra le cose catalogata, archiviata e numerata io stessa cosa.
Non è cosi male sai?
Appartenenza non è la parola giusta.
Qui ho residenza e domicilio del corpo, delle mie giornate e dei mie passi.
Stanotte il cielo presenta pennellate grigie incombenti, tridimensionali, immanenti.
Cammino abbracciata ad un'amica che strattono ogni tanto. Il tacco s'incastra nella pavimentazione fessurata ed ogni strappo è una rincorsa all'abbraccio.
"Hai freddo?" le chiedo più volte querula.
"No"
Io ho freddo sempre.
Ma apprezzo questa notte i sensi dati da questa arietta.
Stanotte si gode la vita.
Come ieri e l'altro ieri e ancora ieri l'altro.
Ma qualcuno l'ha detto.
Ci ha detto: "andate in giro, osservate, godetevi la vista, lasciatevi andare".
Come se mangiando un panino al prosciutto ti dicessero:
"attenta! Percepisci accuratamente odori, consistenze, sapori. Attenta! C'è il grasso di maiale. E' più morbido, senti?"
E questa notte, davvero senti?, il cielo è più morbido.
|