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MessaggioInviato: 24/02/2012, 17:33 
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Iscritto il: 12/01/2012, 11:17
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Ieri sera, presso la sede dell'associazione Cultura e Sviluppo in Piazza De André, si è tenuto un incontro facente parte della serie dei 'giovedì culturali' organizzati dalla stessa associazione. Il tema era: "In nessun paese. Perchè sui diritti dell'amore l'Italia è fuori dal mondo." Sono intervenuti Ivan Scalfarotto (politico apertamente gay e vicepresidente del PD) e Don Franco Barbero, un sacerdote dimesso dallo stato clericale famoso per le sue posizioni molto aperte in contrasto con quelle dei vertici della Chiesa Cattolica. La sala era abbastanza piena, circa un centinaio di persone credo.

Dopo una breve introduzione e la presentazione dei due oratori, ci siamo innoltrati subito nel discorso. Il primo a prendere la parola è stato Ivan Scalfarotto, il cui intervento è stato spesso accompagnato da riferimenti al libro da lui scritto, "In nessun paese". L'impressione che ho avuto è che l'intento fosse quello di dipingere una breve ma efficace panoramica dello stato dei diritti delle coppie di fatto in Italia, affrontandoli uno ad uno. Grazie anche al racconto di esperienze personali (uno dei primi amori, l'attuale compagno) si è discusso il tema della convivenza tra persone che formino una coppia eterosessuale od omosessuale. Sottolineando, ovviamente, i gravi disagi causati dalla mancanza di una legge che regolamenti la coppia di fatto. Diceva Scalfarotto che se gli fosse venuto un colpo in quel momento, il giorno seguente quello che da anni è il suo compagno avrebbe potuto avere difficoltà ad entrare in casa se, ad esempio, i suoi genitori fossero stati omofobi. Ma è stato anche portato l'esempio di una donna fidanzata e convivente con uno dei nostri militari caduti, alla quale fu impedita la partecipazione alle celebrazioni di Stato. Personalmente mi aspettavo che ci si fermasse là. Invece, con mio grande piacere, Scalfarotto ha proseguito, prendendo posizione a favore del matrimonio omosessuale e tracciando la panoramica europea del fenomeno. E' stata citata la Proposition 8, il referendum che in California ha abrogato la legge sul matrimonio gay e della relativa opportunità (o meno) che ad una maggioranza sia consentito abrogare un diritto acquisito da una minoranza. Infine, il vicepresidente del PD si è detto favorevole alle adozioni da parte di coppie gay ma ha voluto sottolineare bene un particolare. Non esiste il diritto delle persone etero o delle persone gay ad adottare, esiste solo il diritto di un bambino ad essere cresciuto da persone che possano garantigli il meglio. Detto questo, pur ammettendo di trovarsi davanti ad una platea a suo dire contraria (secondo me, nemmeno tanto) ha affermato che egli crede che alle coppie omosessuali dovrebbe essere data la possibilità di essere esaminate, insieme a quelle etero, fra tutte le coppie che facciano richiesta di adozione. Non sono mancati nemmeno il richiamo ai bambini e ragazzi che già ora vengono cresciuti da coppie omosessuali, e un appelo ai genitori affinché non diano niente per scontato. Durante il discorso sono stati toccati anche argomenti quali il divorzio, l'aborto, l'emancipazione della donna e la pari opportunità.

Poi è arrivato il momento di Don Franco Barbero. Il suo intervento è stato meno politico e meno tecnico ma non per questo noioso. Anzi, l'uomo ha saputo catturare l'attenzione del pubblico mostrando a tutti quanta passione egli nutra per la libertà e l'uguaglianza. Ha raccontato del lungo percorso che lo ha portato dalla "ignoranza" fino alla comprensione di una realtà che nemmeno immaginava, che lentamente ha fatto disgregare in lui la convinzione che esista un "modello unico di amore". Con una sincerità disarmante ha ripercorso la strada che lo ha portato a diventare un prete che benedice le coppie omosessuali. Incontrando, giorno dopo giorno, centinaia e centinaia di persone, di amanti, di ragazzi e ragazze, di preti gay. Tutte queste persone sono la sua forza, insieme a tutte le mail che gli giungono, che legge scrupolosamente e alle quali tenta sempre di rispondere. Umilissimo ed equo tanto da arrivare a dire di ritenere ugulamente degna ogni fede, anche quella dell'ateo nell'umanità. Ripeteva spesso la parola 'bello'; che bello vedere due persone che si amano, che importa del loro genere; che bello vedere tanti giovani liberi stringersi intorno ad una fede che invece di tagliarne le ali gliele crea. Divertente e realistico abbastanza da prendere in giro i moniti di chi per i gay profetizza la discesa agl'inferi, ha esortato tutti a ricercare la collaborazione e la vicinanza agli altri. Nella sua voce si poteva intuire felicità, mentre raccontava che finalmente inizia a vedere molti giovani che vivono liberamente la loro natura. E che quella voglia di libertà è la stessa che sente lui quando sceglie di essere un uomo che crede che "l'obbedienza non sia una virtù". Un principio che gli è costato la perdita di una vita agiata ma che al contempo gli ha regalato un'anima priva di debiti.

Al termine degli interventi, è stato dato spazio alle domande da parte del pubblico. Anche se di certo non era una platea ostile, mi sarei aspettato qualche obiezione sui diritti. Invece le domande si sono concentrate soprattutto su questioni quali: qual è la causa dell'immobilismo italiano? Siamo davvero così arretrati, considerando i passi avanti che ci sono stati nella mentalità della popolazione? Perché non si dà importanza ai risvolti economici dei diritti civili e perché le minoranze, spesso, non riescono a trovare la quadra per collaborare?


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MessaggioInviato: 24/02/2012, 23:48 
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Iscritto il: 16/12/2010, 15:45
Messaggi: 376
e' ufficiale: sono un tuo FAN... Davvero.
Il tuo contributo per me, qui, e' preziosissimo, preziosissimo.
E dopo questo buonanotte a tutti, boing.

_________________
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MessaggioInviato: 25/02/2012, 13:51 
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Iscritto il: 12/01/2012, 11:17
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Località: Alessandria
Davvero, grazie! :)


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