Questo sito usa cookies tecnici che aiutano Forumalessandria a migliorare la fruibilità dei contenuti. Proseguendo la navigazione del sito, effettuando uno scroll della pagina, clickando nei browser supportati in qualsiasi punto della pagina, o clickando il bottone Accetta, acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni consultare la voce Informativa cookies
Oggi è 13/03/2025, 6:41

Tutti gli orari sono UTC+01:00




Apri un nuovo argomento  Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Blues al Macallé
MessaggioInviato: 29/10/2008, 10:03 
Non connesso
Amministratore
Avatar utente

Iscritto il: 06/10/2008, 16:08
Messaggi: 471
Festival Blues
1 novembre 2008 - 15 novembre 2008 - 29 novembre 2008
Teatro Macallè
Ore 22.00. Ingresso 15 €
Via Marsala 1/A, 15040 CASTELCERIOLO (AL)
Uscita AL EST Autostrada TO/PC
Telefono 0131/585001 - 3480437048
teatromacalle@libero.it
http://www.myspace.com/macallebluesfestival

Macallè Blues Festival 2008 - 16a edizione

Torna anche quest'anno l'appuntamento con il blues internazionale!
Ecco il programma dettagliato delle serate della sedicesima edizione del Macallè Blues Festival

Sabato 1 Novembre 2008
Doug MacLeod
+
Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

Doug MacLeod è uno degli ultimi bluesmen viventi ad aver imparato la lezione direttamente dai grandi maestri del passato e oggi, nel circuito del blues, è unanimemente considerato un superbo autore, virtuoso chitarrista e profondo cantante la cui verve e ironia prendono piena forma durante ogni suo incontro diretto col pubblico. Nato a New York nell’aprile del 1946, ma da anni residente in California, proprio in quest’ultimo Stato ha maturato la sua sensibilità musicale accompagnando, come sideman, artisti del calibro di Big Joe Turner, Charles Brown, Pee Wee Crayton, Eddie “cleanhead” Vinson e George “harmonica” Smith. Formata la sua prima band ufficiale incide, nel 1984, il suo disco d’esordio “No road back home” disco che, nello stesso anno, riceverà una nomination al prestigioso W.C. Handy Award. E se nella seconda metà degli anni ’80 proprio dalla California arriverà quella sintesi di soul, blues e pop che darà un nuovo slancio, anche in termini commerciali, al genere e sebbene facile sarebbe stato anche per lui, già diretto su quelle vie, aderire comodamente a un tale modello stilistico, proprio sul finire degli anni ’80 MacLeod mette fine alla sua esperienza di chitarrista elettrico dal taglio moderno per dare via a una metamorfosi che, ancora lontano dalle mode a venire, lo porterà alla riscoperta del blues acustico. Così, fino ad oggi ha inciso nove dischi di tal fatta dove rivivono le antiche sonorità del dobro e delle chitarre acustiche a fare da sfondo alle sue storie. La sua prolifica vena compositiva (tutti i suoi dischi, ultimo compreso, contengono interamente brani autografi) è universalmente riconosciuta e considerata, ormai da tempo, con profondo riguardo tanto che alcune sue canzoni sono state incise da artisti come Albert King, Albert Collins, Son Seal, Eva Cassidy e Joe Louis Walker. Cantante dagli agri accenti soulful, autore dai richiami diretti alla poetica e all’arguzia del blues più genuino, malgrado venticinque anni ininterrotti di carriera solistica, questa è solo la seconda volta che MacLeod calca un palco italiano. Approfittando del suo recente ritorno discografico, ad aprire questa serata ci sarà Fabrizio Poggi con i suoi Chicken Mambo, per l’occasione (e viste le atmosfere del loro ultimo cd “Mercy”) in versione acustica. Di Poggi molto si può dire: cantante e armonicista, premio oscar Hohner Harmonicas, 12 album incisi, di cui tre registrati negli Stati Uniti, ha suonato con tanti grandi del blues, del rock e della canzone d’autore tra cui Garth Hudson di The Band e Bob Dylan, Willie Nelson, Jerry Jeff Walker, Zachary Richard, Steve Cropper, Ponty Bone, Otis Taylor, Guy Davis ed Eric Bibb. “Mercy: il soffio dell’anima” è il nome del concerto nato sull’onda di questo ultimo, fortunato, album che è stato eletto “disco consigliato” dalla prestigiosa rivista Buscadero.

Sabato 15 Novembre 2008
Bernard Allison Group

Questa è la seconda volta di un figlio d’arte al Macallè Blues Festival. Dopo Jimmy D. Lane, discendente diretto del leggendario Jimmy Rogers, ora è la volta di Bernard Allison, il più giovane tra i nove figli dell’altrettanto leggendario Luther. Nato a Chicago nel novembre del 1965, fu introdotto proprio dal padre alle radici della musica nera e all’arte della chitarra elettrica. Formatosi musicalmente nella ricca e comodamente accessibile discoteca casalinga, il giovane Bernard, a dosi di Magic Sam, Otis Rush e T-Bone Walker prima e Johnny Winter e Jimi Hendrix poi, si preparò per quella che, all’età di tredici anni, sarebbe stata la sua prima apparizione ufficiale su disco. Nel 1984, dopo aver accompagnato dal vivo il padre sul palco del Chicago Blues Festival, venne chiamato a dirigere la band di Koko Taylor nella quale rimase fino al 1989, anno in cui, forte di quest’esperienza, si trasferì a Parigi per unirsi alla band del padre Luther (buon’anima) per diventarne il direttore musicale. A partire dal 1990, in concomitanza con l’uscita del suo primo album solista, significativamente intitolato “Next generation”, la carriera di Bernard Allison comincia a mostrare i chiari segni di un affrancamento dalle ascendenze parentali a favore di una più personale e gratificante collocazione artistica. Due anni più tardi, alla morte del padre, decide di tornare negli States per proseguire, in terra natia, la propria carriera solista che, ai giorni nostri, consta ormai di quindici uscite discografiche, l’ultima delle quali, fresca di stampa e forte degli ampi consensi di critica ottenuti, verrà presentata in quest’occasione sul palco del Macallè. Nel corso di tutto il suo precorso artistico Bernard Allison ha sempre mostrato uno stile devoto alla tradizione, ma non scevro da influenze moderne. Se, dal punto di vista vocale, ha ereditato pienamente la riconoscibilissima timbrica paterna, come chitarrista ha dimostrato di amare tanto il blues più genuino, come da buona tradizione di famiglia, quanto le influenze più rock e funk. Dunque, quella del Macallè sarà una delle rare occasioni in cui ascoltare uno tra i più promettenti artisti blues di nuova generazione che, purtroppo, raramente visita le nostre terre.

Sabato 29 novembre 2008
Sean Carney Band feat. Bill Stuve
+
Mandolin’ Brothers

“The next big thing has already been around the block…” così il reporter di un quotidiano canadese ha scritto a conclusivo commento di un articolo inerente lo show e la successiva vittoria dell’International Blues Challenge edizione 2007 della Sean Carney Band. L’International Blues Challenge, manifestazione organizzata dalla Blues Foundation, ha poi premiato, nello stesso anno e di fronte a un pubblico di 1700 persone, Carney con l’Albert King Best Guitarist Award durante quella che è stata la sua 23a edizione. Nativo di Columbus, Ohio, nel 1998 incide il suo primo disco (ristampato lo scorso anno con generosa aggiunta di inediti) con la partecipazione della veterana del R&B Christine Kittrell, storica vocalist della band di Johnny Otis. Ed è proprio grazie alla Kittrell che Carney incontra quella che sarebbe stata la sua partner artistica per alcuni anni, la cantante Teeny Tucker, figlia di quel Tommy Tucker, pianista di blues e autore di innumerevoli songs quali l’immortale hit “Hi-heel sneakers” inciso da Elvis, Jerry Lee Lewis, Stevie Wonder e alcune decine di altri storici artisti. E queste sono solo due delle collaborazioni che Carney ha collezionato nel corso degli anni: il suo stile inventivo, in grado di integrare abilmente e con vivo senso dell’humor elementi di jazz e swing, lo ha portato ad essere il gregario ideale anche per personaggi di razza come Jimmy Witherspoon, Johnnie Bassett e Big Joe Duskin. Chitarrista dal vocabolario sempre fortemente legato, nella forma, alla più schietta poetica blues, a suo modo debitore verso le scuole di Johnnie “Guitar” Watson e T-Bone Walker prima, Duke Robillard poi, negli ultimi due anni si è costruito una solida fama e un robusto seguito anche in Europa. Durante questo tour, che lo vedrà toccare per la prima volta l’Italia, verrà a presentare il suo nuovo cd uscito a settembre e, per l’occasione, sarà accompagnato al basso da Bill Stuve, storico fondatore insieme a Rod Piazza dei Mighty Flyers. Ad aprire questa serata conclusiva, una storica band italiana reduce dalla pubblicazione del nuovo cd “Still got dreams”. Per i Mandolin Brothers sono passati quasi trent’anni dagli esordi in forma di duo, quando Jimmy Ragazzon e Paolo Canevari proponevano set acustici di country blues esibendosi come supporter della Treves Blues Band, ed ecco che dopo vari cambi di formazione (e strumenti) le sonorità, partite dal blues, si fanno più prossime a quel cosiddetto roots rock dove si incrociano allegramente tex-mex, swamp music, ballate cantautorali e buon vecchio blues feeling. Dopo le ottime recensioni ottenute dal loro ultimo cd, questa è l’occasione giusta per ascoltarlo dal vivo.

_________________
ImmagineImmagineImmagine


Top
   
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento  Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 

Tutti gli orari sono UTC+01:00


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Powered by phpBB® Forum Software © phpBB Limited
Traduzione Italiana phpBBItalia.net