Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
Era il 1931 quando Albert Einstein scrisse questo pezzo nel suo “Il mondo come io lo vedo “.
E a distanza di così tanti anni, mi ritrovo in questa realtà a confrontarmi quotidianamente con una parte del tessuto sociale che si sente stritolato in una morsa chiamata crisi.
Mi è sempre piaciuto pensare che la crisi sia un’opportunità… e non lo dico come retorica.
D’altronde è stata proprio la mia crisi interiore che ha innescato il cambiamento permettendomi di iniziare il cammino che mi ha condotta verso i miei sogni e i miei obiettivi.
Sono sempre stata una creatura molto particolare e la mia infanzia non è stata rosea….
Sono cresciuta nelle colline tortonesi in uno di quei piccoli paesi in cui ci si conosce tutti.
Il bar della piazza, l’oratorio, il calcio della domenica erano le uniche occasioni per stare assieme. Erano quelle occasioni che io rifiutavo, preferendo la solitudine dei campi e delle colline a quell’ aggregazione che mi vedeva sempre coinvolta in scherzi e “soprusi” .
Ero un bambino che già manifestava la sua vera natura e, con la purezza che si contraddistingue nella giovane età, non mi ponevo il problema di sembrare qualcos’altro.
Ero già una crisalide che prima o poi si sarebbe trasformata in farfalla.
E poi le scuole, la mia passione per la pallavolo, la scelta delle superiori… l’inizio dei primi veri problemi con il mondo dei grandi. Un mondo che mi vedeva diverso e che mi voleva conforme…
Perché in questa società è difficile accogliere la diversità con uno sguardo curioso, provando a vedere al di la, cercando di capire, ascoltare, provando a mettersi nei panni altrui. Solo vivendo un certo tipo di esperienza si può avere la consapevolezza di quello che è… di quello che accade, di cosa si prova, di cosa si sente…
Così, quel bambino che ormai avevo bruciato le tappe della sua adolescenza “sceglie” di andarsene a studiare a Milano. Avevo 16 anni e quella mi sembrava l’unica possibilità per esprimermi, mostrandomi al mondo per quella che ero.
Non ho avuto un supporto familiare. I miei genitori avevano molti problemi da gestire e l’unica risorsa che mi supportava era l’amore che provavo per l’uomo che mi stava vicino; molto più grande di me… un misto fra un padre mancato e un pigmaglione. Una persona che, nel bene e nel male mi ha sostenuto e aiutato.
Non è semplice per un adolescente che nasce in corpo sbagliato mostrarsi al mondo…
La mia prima grande depressione avvenne proprio in quegli anni, ma… non sto a raccontarvela.
Come non sto a raccontarvi della paura di impazzire, di non riuscire a capire cosa mi stava accadendo. Cosa sarei diventata? Dove sarei finita? Avrei perso i miei amici? E il lavoro? E i miei genitori? Anni di bulimia… di confusione… di dolore…
Insomma! Un casino.
Eppure, mi buttai…. E lasciai che Stefano a poco a poco diventasse Stefania…
Preferisco raccontarvi questa parte.
La parte luminosa quella che si è potuta esprimere nonostante le intemperie.
E da allora Stefania è cresciuta, attraversando alti e bassi, mettendosi in discussione, profondamente, per cercare di capire cosa fosse giusto per lei. Per potere un giorno essere….(forse ) felice.
Oggi ho 38 anni… Ne sono passate di cose. E sono passata attraverso tante esperienze…
Ho lavorato nella moda credendo di trovare un ambiente accogliente, ovattato, un luogo in cui sentirmi protetta e al sicuro. Per molte persone la moda è sinonimo di avanguardia, di apertura mentale ma mio malgrado mi sono dovuta ricredere; ho fatto presto i conti con una realtà molto diversa, sovra strutturata, fatta di balocchi e profumi, molto lontana dall’idea di autenticità che in quegli anni andavo cercando.
Ne sono uscita con le ossa rotte e per leccarmi le ferite mi sono rifugiata in me stessa.
La e allora sono iniziati i percorsi psicoterapeutici, quelli orientali e di ascolto interiore. ( ciò che mi ha permesso di riconoscere le mie ombre ed affrontarle ).
Sono tornata in Alessandria e da qui ho iniziato il mio nuovo viaggio.
Alessandria non ha nulla da invidiare alle altre città borghesi.
Si vive bene, si beve l’aperitivo il venerdì sera, si passeggia in centro il sabato pomeriggio e ci si conosce tutti……. O meglio… tutti sanno di tutti…
E in questo sapere ci si crogiola in un gioco un po’ perverso…
Avete presente la canzone di Frankie Hi-NRG , Quelli Che Benpensano ?
…. OGNUN PER SE, DIO PER SE, MANI CHE SI STRINGONO FRA I BANCHI DELLE CHIESE ALLA DOMENICA, MANI IPOCRITE, MANI CHE FAN COSE CHE NON SI RACCONTANO, ALTRIMENTI LE ALTRE MANI CHISSà CHE COSA PENSANO, SI SCANDALIZZANO!!!
E questo è solo un accenno …
Mi sono ritrovata a fare i conti con questa città… inizialmente chiusa, diffidente con un bella fetta di persone che mi ha giudicata, offesa, derisa. Persone che a distanza di anni sono emerse con la loro mediocrità e ignoranza.
Incontro ancora il marito di una mia vecchia cliente ( allora lavoravo in un centro benessere )che mi seguì in macchina una sera cercando una prestazione sessuale.
Oggi quando lo incontro nel locale di sua moglie abbassa gli occhi.… d’altronde il tempo ha dato ragione alla mia dignità e ha lasciato lui nella sua miseria.
Nel frattempo ho scoperto l’altra faccia di Alessandria. Quella curiosa, accogliente,fresca, sana, altruista, propositiva.
Quella che, delicatamente, mi si è avvicinata chiedendomi:” ma chi sei? Mi aiuti a capire cosa vuol dire essere trans gender? Hai voglia di uscire a bere qualcosa con noi? Voglio farti conoscere i miei amici… posso venire da te a farmi fare un massaggio? Con te mi sento così bene, mi aiuti a star bene….
Beh! Che dire!?! Sono passati 13 anni …
Nel frattempo mi sono specializzata in discipline olistiche, ho conosciuto persone meravigliose, mi sono avvicinata al buddismo ( nulla capita per caso ), mi sono creata una professione stimabile, faccio volontariato con i malati oncologici, lo scorso anno mi sono candidata nella lista civica “Nuvole” , sto finendo un master in counselling integrato, sono fidanzata, rappresentante di Tessere Le Identità ( movimento GBLTQI ) alessandrino, e…….. tante altre cose…
In tutto questo… altaleno… fra up & down ma ho imparato a starci dentro…
Insomma… direi che la mia benedetta crisi ha creato una “stella danzante”…
Ed è proprio su questo concetto che voglio soffermarmi ancora un attimo…
Ho letto con attenzione tutti i post che sono stati scritti in questa area del blog…
Ognuno di noi ha un viaggio personale fatto di fatiche, di vittorie, di salite e discese..
Ognuno ha saputo affrontare la propria storia personale nel migliore modo possibile…
Non esiste il modo migliore. Esiste il proprio. E nel proprio ci sono i tempi, la capacità di accettazione, le bugie “bianche”, il metterci la faccia, il nascondersi...
C’è tutto quello che è necessario per il proprio benessere, e solo chi lo agisce può comprenderne il senso.
Io ho raccontato un po’ della mia storia e, oggi, scelgo di guardare l’altra metà del bicchiere. QUELLO MEZZO PIENO.
E mi piace pensare che in Alessandria ci siano tante belle persone che scelgono di guardare nella stessa direzione.
Io ne sono certa…. Ed è proprio la crisi ad avermelo insegnato.
Mai come ora Alessandria sta vivendo un momento di profonda trasformazione.
Ed è proprio la frustrazione dettata dal disagio che innesca nelle persone il desiderio di riscatto, di rivalsa e rinascita.
Come una brace che arde, c’è un focolaio di persone che hanno detto BASTA! Basta all’ignoranza, alla chiusura, alla mancanza di cultura.
Da circa 3 mesi esco quasi tutte le sere e quasi sempre trovo qualcosa di interessante. La presentazione di un libro, un concerto di musica, un gruppo di persone che si unisce per ripulire la città e renderla più accogliente e colorata.
E c’è un sacco di gente che ha voglia di divertirsi, di incontrarsi e di confrontarsi ( solo ieri sera alla ristorazione sociale eravamo un centinaio alla presentazione di un libro ).
Fra queste persone ce ne sono tante gay e lesbiche…
Ce ne sono…
E sono convinta che con il tempo, anche coloro che temono il giudizio si mostreranno al mondo.
Da circa tre mesi organizziamo una serata gay friendly all’Ibar e vi assicuro che siamo piu di un centinaio….
Non mi resta che salutare tutti quelli che hanno letto questa mia lunga lettera, sperando di essere strumento di riflessione per tutti.
Per voi una poesia…
Grazie.
Stefania Cartasegna
Il mio passato
Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.
( ALDA MERINI )
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