13 ottobre 2011

“Alla fine caro Ettore avevi ragione tu qualche settimana fa: hai capito cosa avrei fatto prima ancora che lo decidessi non io, ma la squadra con cui sto lavorando per cambiare questa città”. Queste, più o meno, le parole con cui Corrado Parise, giovedì pomeriggio, mi ha spiegato al telefono le ragioni della sua scelta di non partecipare alle Primarie alessandrine del centro sinistra.

Oh, guardate che io mica mi monto la testa, sia chiaro. Ci ho azzeccato, tutto qui, e secondo me non era così difficile. Mettetevi nei panni di Parise: non avreste fatto la stessa cosa? Io probabilmente sì. Ma dico di più: le Primarie di coalizione hanno un senso se c’è davvero la voglia di confrontarsi sulle idee di fronte ad elettori e simpatizzanti, e poi comunque vada di collaborare in maniera unitaria.

Ora, voi vi immaginate che, se Parise avesse perso le Primarie, sarebbe rientrato ordinatamente nei ranghi, appoggiando Rita Rossa? Ma, soprattutto, vi immaginate un apparato del Pd che, se clamorosamente sconfitto nella consultazione del 13 novembre da quel bastian contrario di Parise, lo avrebbe appoggiato lealmente come proprio candidato sindaco? Se avete risposto due no, la pensiamo allo stesso modo, e possiamo procedere nel ragionamento.

Che è il seguente: ora che succederà? Ci sarà una corsa a due, fra Rossa e Buzzi? Con tutto il rispetto per entrambi, un po’ poco direi, per “smuovere” la città, e dare un forte segnale di vitalità. O magari nelle ultime ore utili, al fotofinish, salterà fuori qualche altro candidato?

Se penso che nel giro di pochi giorni (e con motivazioni diversissime) sia Giorgio Barberis che Corrado Parise hanno dato forfait, mi viene spontaneo chiedere a Mauro (persona perbene, e di grande garbo): tutto bene, vero? E mi risuona nelle orecchie la canzone di Gino Paoli di vent’anni fa..quella dei 4 amici al bar che vogliono cambiare il mondo. Ma intanto diventano tre, e poi due, e poi ne resta uno solo. Sconsolato. Anche se poi il finale della canzone…

Secondo voi comunque tutto ciò un pochetto i partiti di centro sinistra, e il Pd in particolare, li farà riflettere o no? Insomma, il paradosso è evidente: mai come ora si vede ad Alessandria un pullulare di aspiranti sindaci (ne riparliamo nei prossimi giorni, facendo la mappa completa), eppure è fuga dalle Primarie. Chiedersi perchè non mi pare esercizio retorico.

Anche se, attenzione, come sempre rischiamo di raccontarci fra noi un mondo minoritario. Se fosse vero che, con tutto quello che è successo quest’anno, “nella classifica dei sindaci più amati d’Italia il primo cittadino di Alessandria Piercarlo Fabbio è costretto a un leggero passo indietro”, come riferisce l’indagine Datamonitor (17esimo posto nazionale, con un indice di gradimento del 59,04%, nei primi sei mesi di quest’anno, contro il 60,1% del secondo semestre 2010), vorrebbe dire davvero che il mondo non ci capisce, o noi non capiamo più il mondo.

Ma i sondaggi servono a “fotografare” cosa pensa la gente, o a convincerla?

E. G.
http://corriereal.wordpress.com/2011/10 ... ci-al-bar/

_________________